Oggi assistiamo sempre più spesso all’uso di termini tipo: “prodotto a km zero”. Ma che cos’è il km zero e quando un prodotto può definirsi tale?
In principio il km zero è nato come modello economico per definire una sorta di autarchia e indipendenza dall’approvvigionamento di materie prime provenienti dall’esterno. Molto frequentemente, il km zero, era sinonimo di modello delle comuni, tipiche degli anni 60-70, nelle quali si utilizzava il raccolto per produrre altri prodotti semilavorati o per destinare le eccedenze al commercio verso partner esterni. Il ritorno in auge del concetto di km zero oggi ha cambiato il leitmotiv del modello economico degli anni 60 – 70, portandolo verso un concetto legato alla riduzione di emissioni e alla riduzione dell’ inquinamento. Oggi km zero significa produrre con materie prime prodotte in loco senza favorire spostamenti (la maggioranza su ruote) forieri di immissioni inquinanti nell’ambiente con costi sociali assolutamente elevati. Pertanto km zero oggi è anche un concetto economico poiché la riduzione di emissioni riduce i costi sociali che incidono sull’intera comunità facendo perdere di importanza l’apparente riduzione di costi delle materie prime provenienti da una economia globalizzata.